martedì 21 ottobre 2014

LA PRATICA NON NECESSARIAMENTE RENDE PERFETTI



Ancora una volta sono a tradurre un testo di Wayne Muromoto Sensei, tratto dal suo Blog "Classic Budoka", in questo caso si tratta di un testo che si ricollega in parte a quanto scritto da me in un altro post che potete trovare qui :  "cosi' bravi da sembrare  magia" ,
Sono perfettamente daccordo con quanto scritto da Muromoto Sensei, e trovo rassicurante e piacevole che quando mi interrogo sulla mia pratica, andando a rovistare nei vecchi articoli scritti da lui, io riesca a trovare una risposta o un intuizione che mi aiuta ad andare avanti.

In più è assolutamente chiaro che, sebbene Muromoto Sensei si riferisca all'arte dello Iaijutsu, le sue considerazioni si possono estendere alla pratica di qualunque scuola tradizionale  (Koryu) il cui studio si basi sui Kata.

Distribuiro' questo testo ai miei allievi, sapendo che vedranno ciò che ci vedo io.


come sempre, vi invito a commentare o a comunicarmi i vostri pensieri, ogni commento o discussione che nasce da questo blog concorre a rendermi migliore.




il testo originale potete trovarlo qui:

LA PRATICA NON NECESSARIAMENTE RENDE PERFETTI



103. Practice Does Not Necessarily Make Perfect


October 17, 2013
 (nota: Inizialmente questa nota era indirizzata ai miei allievi prima di un allenamento nello iai)

Una Nota sull’allenamento:

Ultimamente ci siamo focalizzati sulle Basi, ripassando le forme in seiza del livello shoden molte e molte volte.

C’è un ragione per questo, non sono soddisfatto delle nostre basi.
In tutte le arti di combattimento asiatiche c’è una forte enfasi sul raggiungere una particolare perizia nella ripetizione di forme (kata), ma in nessuna quanto nello iai.
Siccome nello Iai non esistono competizioni e gare che pongano uno contro l’altro due praticanti (sebbene qualche organizzazione giapponese ne abbia istituito qualcuna nell’ultimo periodo), l’unico modo per valutare la capacità è attraverso la perfezione della forma.
 
L’enfasi su questo punto è divenuta tale che perfino i più appassionati di Koryu ammetteranno che guardare lo Iaido è eccitante tanto quanto guardare  l’erba crescere  o la vernice asciugarsi perché, alla fine, è solo praticare la stessa Forma innumerevoli volte..

Comunque questa è proprio la ragione per cui enfatizzo tanto il lavoro sulle basi di tutti noi, me compreso, perché la Forma corretta è ESTREMAMENTE importante nello IAI.

Quando si studia una particolare Ryu o Ryuha si sta praticamente cercando di raggiungere un livello adeguato di “forma”, la quale indica che si è in linea con un certo modo di eseguire un Kata, cioè una sequenza di movimenti concatenati. Ci sono  variazioni fra un Dojo ed un altro, e da un insegnante all’altro, ma  esistono dei punti fermi che dichiarano che “ci sei” o meno, puo’ essere il timing, può essere l’angolo del Chiburi o quello del taglio della spada.. e questo è già un passo oltre la semplice ripetizione di ogni singolo gradino della procedura.. questo è la lucidatura dei gradini e l’instillare in essi il modo particolare con cui TU ti muovi con la spada in mano.

Quando inizi ad “esserci”, il tuo lavoro con la spada inizia ad  assumere una vera personalità.. la tua, naturalmente, ma anche quella del Ryu che stai praticando. Questo bilanciamento, questa tensione fra il carattere dell’individuo e le caratteristiche della scuola è il più complesso e duro da raggiungere da principiante.

Quando si inizia lo Iai tutto sembra casuale ed arbitrario, ma quando si progredisce e si osservano altre Ryu si arriva a realizzare che ci sono ragioni implicite per cui le cose vanno fatte in un certo modo e perché in altre scuole lo fanno in modo differente, si inizia ad afferrare le differenze in timing, tecnica e Kamae (atteggiamento-postura)) mentale.

Quello che avete cercato di fare praticando per mesi, è stato cercare di rompere il blocco mentale, in qualche modo interiorizzando la sensibilità del Ryu nella vostra, e di ricondurre quello che il vostro corpo e la vostra mente sembrano volere ai metodi del Ryu.

Magari vi viene da piegare le spalle, o di lasciarle ciondolare, perché è la postura che avete avuto per tutta la vita, o il vostro corpo cerca di usare la forza delle spalle e delle braccia invece che quella dei fianchi. Dovete scientemente, mentalmente obbligarvi ad eseguire le correzioni. D’altra parte dovete anche eseguire le connessioni col vostro corpo, forzandolo a muoversi in un certo modo quando pratica il kata. E ci saranno  vecchie abitudini nel vostro corpo che dovrete spezzare.


Dovete vedere quello che va fatto, interiorizzare il concetto nella vostra mente ma dopo dovete trasferire questo movimento al corpo ed un sacco di cose possono incasinare questo apparentemente semplice processo
Lo studio di un KORYU è praticamente solo questo: rompere le proprie abitudini e cercare di istituirne di nuove e, si spera,  migliori. Di certo non succede in una notte, ci vogliono anni di allenamento, ma l’allenamento senza attenzione o autocorrezione non serve a migliorare. State semplicemente rinforzando le cattive abitudini e rendendole più difficili da spezzare.

Mi pare fosse stato il leggendario allenatore di calcio Vince Lombardi che disse “La pratica non rende perfetti, solo la pratica perfetta rende perfetti”

Quello che intendeva che, sebbene possiate mettere un sacco di tempo e sforzo nel’allenamento, se vi state allenando nel modo sbagliato non migliorerete, sarete solo migliori a fare cose sbagliate.

Pertanto per poter apprendere dall’allenamento dovrete essere coscienti dei vostri errori e cercare di correggervi, cercando di ripetere sempre il kata senza essere mai contenti di come lo state facendo, considerandolo da ogni angolo, correggendo ogni piccolo errore cercando di raggiungere il modello di kata mostratovi dai vostri sempai e sensei.

 Perfino i migliori insegnanti che ho conosciuto non erano mai soddisfatti dei propri kata, dicevano “Mada Mada” (non ancora, non ancora), cercando continuamente di raffinare le proprie abilità. Uomini e donne che erano Superbi praticanti della loro arte, eppure mai soddisfatti, e questa insoddisfazione era ciò che permetteva loro di eccellere

Non mi sento adeguato nelle mie abilità, ma ogni volta che pratico un kata cerco di migliorarlo.. devo spostare il filo della lama un pelo più in alto o più in basso? Sto usando troppo braccio destro in questo taglio, e non sufficiente sinistro? Mi sto piegando troppo in avanti? Cerco di ricordare ciò che mi dicevano i miei Maestri, e di lavorare sui loro consigli, ancora ed ancora ed ancora.


Infine, ritornate sul vostro approccio mentale. Dovete sviluppare la capacità di auto valutarvi, dovete capire e vedere chiaramente se state facendo le cose in modo corretto. Dovete domare il vostro corpo ed il vostro ego cosicchè non si pongano fra voi ed una sincera ed onesta autovalutazione.

Ricordate che il secondo kata dell Takeuchi-ryu Kogusoku è chiamato “Sumashi Miru”, cioè “Vedere Chiaramente”, ono Sensei una volta mi disse che non solo descriveva la tecnica del kata (cioè guardare diritto al nemico e sfidare mentalmente la sua aggressione) ma serve anche ad insegnare un importante Heiho (strategia militare)  della scuola : Dovrete essere capaci di leggere la situazione con chiarezza, senza i paraocchi dell’ego, della paura e del dubbio.

Avanzando in un Koryu dovrete avere ben chiaro cosa vi serve per migliorare il vostro allenamento e lavorarci ad ogni sessione di pratica,

Un insegnante può guidarvi sulla strada, ma non potrà portarvi fino alla fine, egli è solo una guida che vi punta nella direzione corretta. Sta a voi camminare su quel sentiero ed arrivare alla destinazione voi stessi.
Il lavoro duro, dovrete farlo da soli, come in qualunque altro aspetto della vita.